Si era trovata nella stessa situazione troppe volte; alla fine capì che non era il destino a voltarle le spalle, ma lei a costruirselo sempre uguale.
Perché un fattaccio, una complicazione ci sta, è nello svolgersi naturale della vita che ti fa inciampare per insegnarti come ci si rialza.
Ma quando, come una catena di bicicletta, si continua a ripercorrere lo stesso ciclo, pur cambiando tempi e attori, si comprende che la vita complicata la si vuole, non la si subisce.
Sai quante volte si sarebbe potuto avere una vita serena e appagante se solo la si fosse voluta?
La sfortuna non esiste, esistono solo scelte azzardate, momenti sbagliati o voglia perenne di sentirsi vivi.
Perché ci sono persone che nascono per vivere emozioni forti, che non seguiranno mai la strada più semplice, perché la semplicità stufa presto: se riesci ad unire i puntini con una linea retta, che senso ha allora essere nati con i cinque sensi senza poterli usare mai?
E quindi si sceglie di giocare partendo dal livello più difficile perché si sa già all’inizio che quello facile ovviamente si supererà; meglio scontrarsi con un’alta probabilità di perdere assaporando il desiderio di un’unica possibilità di vincita stremata.
E non si può giudicare la vita di queste persone sempre in tormento osservandola seduti quieti sul vostro bel divano ad angolo, con i sensi sopiti ed il telecomando in mano. Non siete nati dallo stesso grembo, a voi hanno inculcato che nella vita si necessita di tranquillità e ci avete creduto, avete barattato la vostra indole per un futuro certo senza scossoni nè allarmismi.
Avete preferito svegliarvi con la certezza del domani costruita sul vostro ieri, ma soprattutto, vi hanno convinti di poter controllare gli eventi eliminando gli imprevisti, sopendo gli impulsi e agendo solo per atti di razionalità pura.
Vi siete mai chiesti però, quanto tutto questo vi sia costato in termini di desideri inespressi e sogni rinchiusi nel cassetto?
Facile per voi, che siete la maggioranza, esprimere trionfanti “ben le sta, se l’è cercata d’altronde”. Sì in effetti, avete ragione, se l’è andata a cercare, ha messo tutto in discussione e questa è la fine che fanno quelli che non si rassegnano al male minore: se c’è da soffrire, lo vogliono fare alle grande.
Comunque, non siate così certi che una vita tranquilla e agiata vi renda individui migliori; prendete gli animali ad esempio: alcuni vivono una vita in libertà e altri in cattività. Ora immaginate un cancello chiuso tra di essi. È chiuso per non far entrare i primi o per non far scappare i secondi?