Un buffet è più letale dell’Ebola

È evidente che un buffet risvegli nell’uomo l’istinto primordiale di lotta per la sopravvivenza: qualcuno sta privandoti del tuo cibo e tu farai di tutto per arrivare prima e prenderne il più possibile. Che tu sia notaio o carpentiere non farà alcuna differenza: salterai dove possibile gli avversari, mangerai di fretta per poter riempire nuovamente il piatto e guarderai male chiunque oserà appropriarsi dell’ultimo pezzo di dolce. E quando rispunta la cameriera con un nuovo vassoio, in sala cala il silenzio e tutti gli occhi sono puntati su di lei. Occhi sbarrati ed espressione delusa: quello però io non l’ho preso, non è giusto, devo correre là subito prima che finisca! Addirittura, c’é gente che maneggia due piatti alla volta e si specializza nella piramide di cibo: sotto quelli più solidi e sopra i molli…praticamente un misto di lasagne, salumi e riso freddo e sopra accanto all’arrosto, un assortimento di bignè alla panna.
Per i più ansiogeni poi scatta la paura di mancanza di cibo e si piazzano fuori dalla sala già alle 11 di mattina, felici come bambini di potersi strafogare anche senza fame.
I più scaltri inoltre, sempre per il terrore di non essersi nutriti a sufficienza, arrivano con borse capienti nascondendo all’interno panini fatti in fretta e furia, krapfen schiacciati e frutta con buccia; mettono al riparo il cibo dai predatori e lo consumano poi in solitudine nel loro nascondiglio. Un po’ come fanno i cani quando sotterrano un osso…..
Niente come un buffet svela all’umanità che il nostro percorso evolutivo in fondo, girato l’angolo, non si discosta poi molto da quelli a cui lanciamo le noccioline; certo, noi ci vestiamo meglio.

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